da: Maria Jatosti, Imperativo involontario, Forum Quinta Generazione 1994
a Anna Malfaiera
E Anna che procede volumetrica
enigmatica forma esistenziale
imbrigliata in rigori spigolosi
accigliata analitica addugliata
tra fusti di bottiglie e treni in corsa
frenati resti di un ambiguo a solo
nel volo ortogonale di Boccioni
contro la luce tesa che si versa
perversa apocalittica crudele
sulla blèsa babele veneziana.
Anna che ricompare e che scompare
dai fondi rossobruni di Sironi
moltiplicata illesa simultanea
in lucida espansione cerebrale
tra iperboliche masse e manichini.
E imbozzolata in plastica coerenza
– muro pietra basalto gemma valva –
nell’acuto impennarsi di un’ogiva
recidiva apparenza appalesata
nella tersa ironia che la fa viva
nel bozzo di un sorriso che la salva.
Venezia, Palazzo Grassi 1988
Eravamo a Venezia insieme a presentare la mia antologia “Stille d’acqua in un braciere”
e andammo a visitare la mostra dei futuristi.
Anna amava come me la grande pittura, e se ne dilettava discretamente.
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