La poetessa presenta il suo ultimo libro "Il più considerevole"

nella ex Farmacia Giuseppucci

 

Anna Malfaiera a Fabriano


 

La rivista di ricerca letteraria “Anterem”, edita a Verona, organizza ormai da diversi anni il premio internazionale “Lorenzo Montano” per la poesia, volto a segnalare la produzione letteraria più significativa sotto il profilo della sperimentazione linguistica. La presenza nel comitato d’onore di personaggi quali Andrea Zanzotto e Giuliano Gramigna, tra gli altri, ne testimonia l’altezza del vaglio critico.

 

L’edizione 1993 ha visto premiato il testo “Il più considerevole” di Anna Malfaiera, poetessa fabrianese attiva a Roma, testo che è stato presentato a Fabriano, alla presenza dell’autrice, giovedì 30 giugno presso il Centro di documentazione della Comunità Montana Alta Valle dell'Esino, sito nella ex Farmacia Giuseppucci.

 

Quest’ultima opera segna un punto d’arrivo nell’ormai più che trentennale attività di scrittura dell’autrice: ne conferma il valore, ben riconosciuto nell’ambiente della cerchia letteraria, e, nello stesso tempo fa riflettere sul carattere elitario della circolazione della poesia stessa.

 

Ripercorrere i titoli dell’opera di Anna Malfaiera (che spazia dai testi teatrali ai testi poetici quali “Fermo davanzale”, “Il vantaggio privato”, “Lo stato d’emergenza”, “e intanto dire” fino a quest’ultimo “Il più considerevole” ) significa verificare come le tematiche e lo stile abbiano una loro costante e, insieme presentino un’evoluzione. Già i titoli, come spiega l’autrice, vogliono essere un dispositivo per richiamare

 

l’attenzione sui contenuti, sugli atteggiamenti esistenziali e le forme linguistiche che li caratterizzano.

 

I testi esprimono una posizione difronte alla vita in cui la “speculazione” e il “rovello interiore” sono i tratti caratterizzanti. Una posizione di difesa, ma non di fuga, di distanziamento, ma per meglio vedere; uno sguardo al presente, lucido; il passato non conta molto: i ricordi non sono uno dei temi ricorrenti, ma è significativo che, quando compaiono, lo stile muta: trova melodie, cadenze, riprese più accentuate, in linea con quanto di evocativo si accompagna al ricordo.

 

Ma, si diceva, è il presente che conta, e le parole sono “pietre” incisive ma trattenute nel ritmo, scabre quanto

 

la realtà che esprimono. Poesia della struttura compatta, dunque, quasi visualizzata, priva di punteggiatura con l’eccezione del punto fermo, a significare una pausa prolungata.

 

"Il più considerevole” è in questo un punto di arrivo. Il titolo si riferisce, come spiega l’autrice, a ciò che è più degno (li essere considerato: il pensiero, appunto, non paesaggi, sentimenti, immagini (poco ricca di immagini e la poesia di Anna Malfaiera). E’ austera, la parola, meditativa. La sua riflessione tradisce cautela, diffidenza, sentimento di precarietà della vita e, insieme, disponibilità a rimettersi in discussione e forza nell’andare avanti. Proporre alcuni versi tra quelli recitati per l’occasione può essere illuminante. Ecco una dichiarazione di poetica: “Trattengo il vuoto di cui parlo vi immetto/la parola prima che si renda inservibile/ se nella corrente d’aria cambierà direzione”. La posizione esistenziale è ben espressa in “La complessa affezione del vivere/ attraversa l’opacità dei giorni/ non s’intrattiene sul ponte dell’indugio/anche se dispera. Procede inesorabile/ incontro ai flutti divoratori”, o in “Meglio non smarrirsi nel come vuole andare/ l’assortimento umano ha modelli dispendiosi/ e sporcizia nelle tasche rivoltate. Il progetto/ avventuroso salendo rischia di ricadere/ all’indietro per il piede non bene assestato”, dove si conferma che il “Progetto avventuroso”, l’abbandonarsi a slanci, ideali, non sono per lei.

 

Raramente compaiono testi che fuoriescono da questo atteggiamento, ma compaiono. E allora è la rabbia che esplode: “Non trattengo la rabbia che da tempo voleva/esplodere restituisco temeraria il poco/ forse il nulla di quanto mi ha sopraffatto/ a lungo eppure offeso fino a rendermi/cosciente in eccesso del mio rivolgimento./ Pronto l’istinto si arroventa attacca/ di colpo fuori di se proteso ingordo”.

 

Ma è un momento, perché poi le forme del suo “rivolgimento” ritrovano la consueta strada, porgono la consueta indicazione: “Infine stare un senso greve di colore/grigio su quanto accade sullo sfondamento/dei pasticciati rimandi mio corpo estraneo/al quotidiano scorrimento inconsistente/eppure vigile respiro unico affaticato/ non riparato dal disincanto alla porta”.

 

La lettura dei testi fatta dall’autrice ha restituito alle parole e al ritmo la massima efficacia espressiva e l’incontro si è chiuso con la sensazione di un’esperienza appagante. Ad Anna Malfaiera i nostri rallegramenti e gli auguri più vivi per la sua attività.

 

                                                                                           Adria Calcaterra Profili

 

da IL PROGRESSO n. 16/94 pag. 13