Nota biografica 1

 

A Jole e a Pupino per la presentazione all’E.N.B.SEP

 

Sono nata a Fabriano. Sono rimasta orfana di padre all’età di tre anni.

 

Ho sempre ammirato mia madre, ha sostenuto con grande coraggio il peso morale ed economico della famiglia.

 

Ho studiato presso un istituto parificato retto da religiose dove ho conseguito l’abilitazione magistrale.

 

Ricordo la sofferenza o gli atti di ribellione contro un sistema educativo-repressivo.

 

Ho frequentato la facoltà di lingue e letterature straniere al Magistero di Urbino e, a due esami dalla laurea, decisi di non proseguire e fu una decisione netta.

 

Debbo riconoscere che alcuni corsi di lezione (in particolare di letteratura francese spagnola inglese tedesca tenuti dai prof.ri Bo, Rebora, Necco) e l’incontro con alcuni giovani amici mi aprirono molte possibilità di studio e di scelte personali di lettura.

 

Il mio primo libretto di poesie “Fermo davanzale” edito da Rebellato, Padova 1961, raccoglie versi in cui si riflette il mondo provincia-campagna in cui vivevo .

Il libretto ebbe alcuni assensi.

 

Già nel 1956-60 avevo pubblicato su “Letteratura” (n.33-34,53-54 ) e “Fiera letteraria” (Halyma 1959 e n. 49 del 1960) alcune poesie.

 

In seguito sono uscita con poesie varie su “Letteratura”(n.66, non comprese nelle raccolte - , n.78, n.82-83, n. 85-87),”Galleria”, “Arte-oggi”, Prospetti” e su alcune antologie.

 

Dal 1958 vivo a Roma dove lavoro.

 

La prima edizione del “Il Vantaggio privato” Editore Sciascia è datata ottobre 1967, mentre la ristampa è datata febbraio 1970.

 

Credo sia evidente ne “Il vantaggio privato” l’urto da me sostenuto con una realtà più ampia e più difficile da decifrare.

 

Ci si può rendere conto di tutto ciò che mi tiene in tensione, pagina per pagina, senza possibilità di soluzione.

 

La mia formazione umana e culturale aderisce ad una forma espressiva che rompa i vecchi schemi, ma confesso la mia diffidenza verso l' esperimento fine a se stesso.

 

 

Giudizi critici:

 

 

Lettera di Arnoldo Mondatori del 24/1/1957

“Personalità umana prima che poetica forte e a suo modo formata.

E’ un discorso che si impedisce ogni vero abbandono, e questo ò il suo carattere ed anche la sua forza contenuta, la sua particolarità.

E’ una formulazione a livello naturale, anzi un’invenzione di natura, che vede se stessa e il suo contrario, che non si concede nulla, neppure la poesia, ma che fa certamente blocco e autenticamente in un suo modo,..,.

Polemica aspra, priva di seduzione (ma non di verità) alla ricerca di una forma concreta che vuole la propria presenza funzionale in un autentico corso o ciclo....

E’ probabile che se la situazione editoriale fosse stata un pò diversa, il nostro parere avrebbe potuto concludersi in modo favorevole, ma purtroppo il consenso letterario e l’adesione ad una poetica scomoda, ma autentica non coincidono sempre di necessità con l’opportunità editoriale……”

 

 

 

Lettera di Bàrberi Squarotti dl 20/1/1968

 

(con promessa di recensione su “Letteratura”)

“Il suo libro mi ha interessato moltissimo per il modo direttamente problematico, l’andamento ampio ragionativo su cui si svolge, in un linguaggio rigorosamente intellettuale che ha momenti di grande e sicura efficacia........

 

 

 

Lettera di Petrucciani del 3/2/1964

“La sua poesia ha una segreta forza. Lei vuoi ricondurre tutto a una “ragione responsabile” e affronta un realtà dimessa: di qui il tono meditativo della sua pagina. Ma questa realtà Lei l’affronta – dicevo- con forza, con l’animo di chi vuoi conservare la sua spietata e dolente lucidità, e soprattutto non vuole farsi sopraffare. Poesia ininterrotta che raggiunge momenti di grave incisività.........

 

“Mi piace il tono profondo o dolente delle sue poesie e la loro sincerità. Lei è su una strada buona personale”

 

 

Nota biografica 2

4/7/1992 

 

Sono nata a Fabriano, cittadina industriale, nota per la cartiera P. Milani, dove per generazioni hanno lavorato parenti prossimi.

 

Sono rimasta orfana all’età di tre anni e mezzo di padre ed ho sempre ammirato mia madre che ha sostenuto con grande responsabilità il peso morale ed economico della famiglia.

 

Ho abitato in una antica casa ricavata da un edificio storico con orto, cortile ed un grande pozzo, oggi conservato al museo di Ancona.

 

Ho studiato presso un istituto parificato retto da religiose dove ho conseguito l’abilitazione magistrale, edificio situato quasi di fronte alla mia abitazione e dove mia madre credeva di poter smussare certi aspetti del mio carattere.

 

Ricordo i miei urti e gli atti di ribellione contro un sistema educativo-repressivo ed anche contro certi aspetti moralistici della vita provinciale.

 

Iscritta alla facoltà di Magistero di Urbino, ho seguito alcuni corsi di lezione di letteratura francese, spagnola, inglese, tedesca aprendomi ad un mondo letterario di vasta portata.

 

In più l’incontro con alcuni giovani amici mi aprì molte possibilità di studio e scelte personali di lettura.

 

Alcuni viaggi ed un breve soggiorno a Parigi mi aprirono altri orizzonti.

 

Avendo vinto il concorso come insegnante in provincia di Brescia, scelsi una sede nei pressi del lago d’Iseo, in Val Camonica, con vista di monti e vallate.....

 

Avevo già cominciato, prima a dipingere, poi a scrivere poesie intorno alle ultime classi dell’istituto magistrale, e man mano questa ultima attività divenne più crescente, fu prioritaria rispetto all’ altra.

 

Nel 1961 usci’ “Fermo davanzale”.

 

Tornata a Fabriano mi sentivo prigioniera nell’ambito dei rituali e dello svolgimento della vita provinciale, quindi decisi di trasferirmi in città, Roma, cercando di mantenere il lavoro.

 

Una mia amica, intanto, aveva dato in lettura alcune poesie al Prof. Ferruccio Ulivi ed a Luciano Luisi che vollero pubblicarle su “Letteratura” (anno 1958).

 

Fu per merito di questa pubblicazione che ebbi un incarico presso il Ministero della Pubblica Istruzione dove lavorai, per 18 anni e dove sentii bene il peso della burocrazia irremovibile.

 

La città mi si presentò non facile. Erano i tempi della contestazione. L’avvertii nell’aria prima ancora che si manifestasse: “Il Vantaggio privato” (1967) e poi “Lo stato d’emergenza” (1971).

 

Pur avendo avuto riconoscimenti ed avendo amici che mi apprezzano mi sento come estranea a fatti mondani che riguardano la vita letteraria attuale.

 

Anna Malfaiera