Francesco Vagni

Pagina del giornale Domenica 20/agosto 1972

 

Stato d’emergenza

 

Chi legge le liriche dell’elegante volume di A. Malfaiera, Lo stato d’emergenza, sente il bisogno di ripercorrere il fecondo entroterra costituito dal precedente libro “ Il vantaggio privato “. Ci sembra, infatti, che la continuità dell’ispirazione (meglio, il progresso, perché nelle tre diverse sezioni del

« Vantaggio » lo scarto, non di qualità, certo, ma di atteggiamenti e d’impegno di fronte alla realtà era sensibile) sia evidente, come dimostra anche il fatto che lo stesso titolo già figurava in un verso del terzo componimento della sezione “In fase di contestazione”. Qui si può leggere, nella constatazione desolata di una drammatica situazione personale e collettiva, derivata dalla sopraffazione di un sistema repressivo, coinvolgente e inglobante, ma anche dall’acquiescenza colpevole, dalla passività complice, dalla disponibilità acritica e interessata, che « niente è più mostruoso della minaccia di una distruzione sconsiderata / di una umanità solo in piccola parte illuminata / che non dispone di sé / che non prevale in atti volonterosi ». La Malfaiera è giunta a questo approdo con uno sforzo etico e letterario che vorrei definire stoico: senza compiacimenti soggettivi, “privati” senza illusioni per il futuro (e potrò solo verificare l’errore quotidiano / le mostruose complicazioni la malattia incurabile »), o il conforto di un tempo ritrovato, si limita a registrare nei giorni gli eventi, le perdite, gli scacchi subiti, la quotidianità banale, neutra, inespressiva, senza liberazioni e soprassalti, senza motivazioni necessarie. Il verso lungo con il suo anonimo catalogo di azioni, con le serie oggettuali traduce assai bene i] senso del quotidiano in questa tragica desolazione senza dramma apparente.

 

FRANCESCO VAGN1

 

 

 

ANNA MALFAIERA: Lo stato d’emergenza, testo critico di L. P. Finizio, disegni e grafiche di Trubbiani, Pollenza, L, 9.000.