da LETTERATURA n. 93 maggio-giugno 1968

in Rassegna - Poesia - Giorgio Barberi Squarotti

 

 

Anna Malfaiera 1, invece sceglie la strada del tutto inamena della tenace, prolungata insistente dichiarazione concettuale, senza concedersi un momento di riposo, un indugio descrittivo e psicologico, o anche uno sfogo apertamente polemico, uno scatto d’ira.

 

E’ una poesia lunga, continuata, eppure concentrata all’estremo nello sforzo insistente dell'affermazione, della definizione delle idee, dei principi, delle ragioni.

 

La sua misura essenziale è la sentenza, che si allinea compatta, seguita subito dopo da altre sentenze ugualmente scandite, col compito di determinare una sorta di scala ascendente che ha l’andamento necessitante della dimostrazione, e intende proporre prima che l’assenso razionale, l’accettazione per la forza impressiva dell’accumulazione.

 

Il mondo della Malfaiera è tutto esplicato nel ragionamento, nella dichiarazione, per decisione robusta, determinata, di chiarire ogni ombra, di non lasciare insoluto nessun dubbio.

 

E il senso molto positivo che questo discorso offre è allora quello dello sforzo che tanta decisione di chiarificazione concettuale oggi, nello stato di corrosione degli strumenti logici della tradizione, costa quella fatica che il periodare prolungato, il verso fortemente ritma rei suoi spazi ampi e lenti, rendono adeguatamente: è, insomma, la trascrizione ottenuta nella parola nontanto di un implesso di concetti quanto della formazione difficile lunga di quell’ intenzione di concettualizzare ogni cosa, posizioni morali come impulsi sentimentali, situazioni nella società come incontri, esperienze.

 

 

 1 Il vantaggio privato, Caltanissetta-Roma, Sciascia 1967