Roma 15/11/1975
La mia attività letteraria ha conosciuto molte difficoltà, è tutt’ora inquieta ed è spesso ostacolata dalle considerazioni sul fare o non fare poesia.
Non è facile stabilire i dati di un condizionamento storico, ambientale, di rigetto nei tentativi di uscire dal settore privato per un bisogno di rapporto con esperienze vitali, per bisogno di apertura, di comunicazione, di contatto.
Ritengo che la forza dell’io, costante che mi appartiene, manifesti la continua volontà di presenza in rapporto alle cose, agli eventi, nell’interpretazione dei fatti singoli e collettivi, nell’irritazione del quotidiano.
E’ qualcosa che diviene con sforzo, che si fa, che non è mai definito e definitivo e che esplode con rabbia nei momenti in cui riceve e subisce.
L’ansia, il disagio, i ritegni delineano la mia formazione, sia che scaturiscano dall’occasione di origine sentimentale, o sociale, o dalla situazione culturale presente. Ma l’atto del mio produrre vale di per sé, vale come scelta, come maturazione di una identità, perché in quest’atto ho convogliato le mie energie e la mia carica emotiva. Ed è a questo punto che mi chiedo: - Carica emotiva dovuta alla mia specificità femminile o alla condizione propria di questo operare?
L’originaria percezione del mio lavoro ha cercato una sua forma per l’impulso a definirsi, per immettersi di diritto nella produzione poetica contemporanea, sia per certi esercizi rituali, sia per la sua imprevedibilità.
L’urto con la realtà culturale mi è stato spesso di ostacolo.
Potrei documentare certi tratti della critica relativa ad alcuni miei lavori; dimostrerei, cosa non nuova e non solo nei miei riguardi, come alcuni apprezzamenti ufficiali, non certo benevoli nei confronti della donna, possano falsare il momento critico obiettivo.
Mi è stata di sprone la convinzione che la donna deve necessariamente affrontare due battaglie, quella della sua identità e quella dell’affermazione di sé come produttrice di valori nella situazione attuale.
L’odierna presa di coscienza della donna di tutti i paesi del mondo ha una portata incalcolabile a tutti i livelli. La “lunga rabbia” si perpetua, esiste si estende per i motivi stessi che la provocano.
Attualmente la dinamica del movimento femminista è altamente significativa, poiché riceve la spinta dalla coscienza della donna che sa di valere come persona. Se c’è un limite da superare è da individuare in alcuni aspetti dichiaratamente privati della denuncia.
Per operare veramente occorre incidere alla base come processo educativo che vagli le disposizioni e il vasto campo delle necessità specifiche.
ANNA MALFAIERA
La mia attività letteraria 2
La mia attività letteraria ha conosciuto e conosce molte difficoltà Non ho apporti critici consistenti che mi aiutino a vagliare le motivazioni ed il risultato del mio lavoro.
Il dato anagrafico mi stabilizza nella generazione di «mezzo» Adolescente nel dopoguerra con tanti fatti emotivi, i contrasti ambientali, gli studi, i rapporti culturali, i fervori del tempo. Più tardi l’impatto con un modo di vita più complesso, quale quello della città, le nuove sollecitazioni, le istanze sociali, anche se sempre nel mio lavoro predomina la costante dell’”io” che mi appartiene. Si accentua la perentorietà del discorso: la mia disposizione alla testimonianza e alla denuncia.
Non è possibile stabilire i dati che muovono la coscienza di certe situazioni, le energie che indirizzano un tipo di ricerca.
Ho tentato di superare l’addomesticamento, l’indeterminatezza del prodotto servendomi del materiale utile ad un adempimento delle mie necessità, sarebbe meglio dire del materiale che ha corrisposto e che corrisponde meglio al mio desiderio di compiere l’azione del fare poesia. Azione ostacolata dalle considerazioni sul fare o non fare poesia. Per questo non ho una produzione vasta quantitativamente.
Vorrei che il mio lavoro fosse considerato in parità con le altre scritture che vogliono risolversi culturalmente, una poesia matura nei suoi bisogni espressivi.
(A.M.)
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